Nel dicembre 2023, il cosiddetto "pandoro-gate" ha scosso l'opinione pubblica italiana. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla trasparenza nelle operazioni di raccolta fondi e ha messo in discussione la fiducia dei donatori.
Tuttavia, a distanza di un anno, gli effetti a lungo termine sul settore del non profit in termini di raccolta fondi appaiono meno gravi di quanto inizialmente temuto.
Impatto sul Terzo Settore
Secondo un'indagine condotta dall'Istituto Italiano della Donazione (IID) in collaborazione con CSVnet, solo il 5% delle organizzazioni non profit ha rilevato un impatto negativo sulla propria raccolta fondi a seguito del "pandoro-gate". Anzi, oltre il 75% delle organizzazioni ha dichiarato di non aver subito conseguenze significative. Il corporate fundraising, in particolare, ha mostrato segni di crescita, con molte aziende che hanno rafforzato le proprie relazioni con il Terzo Settore, riconoscendo l'importanza di comunicazioni chiare e trasparenti.
Crescita della consapevolezza
Il caso ha evidenziato la necessità di una maggiore professionalizzazione nelle attività di fundraising. Molti esperti sottolineano l'importanza di coinvolgere fundraiser professionisti nelle campagne di raccolta fondi, al fine di garantire trasparenza e rispetto delle normative che già esistono a tutela dei donatori e delle organizzazioni benefiche.
Verso una maggiore trasparenza
Il "pandoro-gate" ha stimolato un dibattito sulla necessità di regolamentare più rigorosamente le operazioni di fundraising, soprattutto quando coinvolgono personaggi pubblici e aziende. Il Parlamento ha lavorato sull’elaborazione di una norma ad hoc: il cosiddetto Ddl Ferragni.
Il disegno di legge, ancora in discussione prevede che le informazioni mirate a garantire maggiore trasparenza dovranno essere riportate nella confezione dei prodotti, che l’iniziativa e la somma versata dovrà essere comunicata da ambo le parti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e le sanzioni per la mancanza di tali obblighi. In realtà ci sono molti punti ancora aperti e su cui discutere e questo articolo di Vita li descrive molto bene Il rischio per le fondazioni corporate nascosto nel ddl Ferragni.
Trasparenza a Verona
Mentre il dibattito rimane ancora acceso, a Verona da tempo si investe nel rafforzare il rapporto di fiducia tra enti del Terzo Settore e donatori. Uno strumento concreto in questa direzione è la certificazione Merita Fiducia: un riconoscimento etico e di qualità pensato appositamente per gli ETS, che valuta la loro capacità di comunicare con trasparenza, rendicontare in modo chiaro e raccogliere fondi in maniera responsabile. Gli enti che aderiscono si impegnano in un percorso di miglioramento continuo, sottoponendosi ogni due anni a una verifica esterna e redigendo documenti di rendicontazione economico-sociale certificati.
In questo modo il donatore ha sempre la possibilità di informarsi accuratamente sulle organizzazioni che intende sostenere, verificando la chiarezza delle comunicazioni e la destinazione effettiva delle donazioni.
Solo così sarà possibile costruire un rapporto di fiducia solido e duraturo con il Terzo Settore.
di Laura Zecchin - Sportello Fundraising CSV Verona