Il digitale amico delle raccolte fondi

L’emergenza sanitaria e le relative restrizioni hanno messo alla prova le raccolte fondi delle associazioni e degli enti che operano nel mondo del Terzo settore. Questo deriva soprattutto dal fatto che i sistemi più “tradizionali” come i classici banchetti o le cene organizzate in particolari occasioni (Natale, Capodanno, Pasqua) non si sono potuti tenere. Inoltre, come riportano diverse indagini di settore, il numero di donatori è nel complesso cresciuto, si parla infatti di un +40% rispetto al 2019 (dati Bva Doxa), ma resta da capire se il loro impegno sarà effettivo anche nel prossimo futuro.

Infatti i dati hanno rivelato come la tendenza più diffusa sia stata quella di donare ai soggetti percepiti come attivi ed importanti durante la pandemia. I primi destinatari delle donazioni sono stati dunque gli enti che operano nel settore della ricerca medica e dell’assistenza, ma più in generale la popolazione era propensa a donare direttamente a coloro che operano sul territorio in cui vivono. Ecco dunque le donazioni agli ospedali, alle Croci. Si è assistito così a un fenomeno di “disintermediazione”, ovvero le donazioni che vengono fatti alle ONP, organizzazioni non profit, sono in calo proprio perché i donatori sentono la necessità di rivolgersi innanzitutto a coloro che hanno visto in prima linea contro la “lotta al Covid”.

L’aumento dei donatori rimane comunque un dato piuttosto consistente ed interessante. Nell’analisi di questo incremento è utile anche guardare al modo in cui questo donazioni sono state effettuate. Il digitale, tra cui le cosiddette piattaforme di crowfunding, si sono rivelate un utile alleato per le associazioni. Le campagne che sono state portate avanti in questo modo hanno ottenuto diversi successi. Dai report emerge infatti che le donazioni online si attestano al 21% e se sommate al bonifico online, l’utilizzo del digitale sale complessivamente al 30%.

Questa nuova forma di donazione ha raccolto il favore di molti perché percepita come più sicura, innanzitutto per la tracciabilità e la trasparenza del pagamento, e poi perché molto veloce. Ha consentito di raggiungere le associazioni nonostante la distanza “fisica” imposta dall’emergenza sanitaria. A ciò si aggiunge la rapida e facile condivisione sui social network, che consente di allargare il bacino di donatori dell’ente.

L’attrazione di nuovi donatori avvenuta durante i primi mesi del lockdown potrebbe essere legata a questo nuovo sistema di raccolta fondi che è destinato a diventare sempre più diffuso in futuro. Secondo il sesto “Italy Giving Report” di Vita, l’80% delle raccolte fondi del 2020 è costituito da crowfunding. L’utilizzo di queste piattaforme si è dimostrato valido per creare un tipo di relazione differente con i donatori. Le campagne che vengono promosse su queste piattaforme hanno trovato il modo di spingere le persone a trovare il tempo di donare mentre navigano tra la marea di informazioni che trovano in rete. Per questo si cerca di puntare sull’empatia e sul coinvolgimento in prima persona del donatore. Se la campagna riesce, instaurando fiducia in chi dona, i risultati ottenuti possono essere molto soddisfacenti perché un sistema così veloce e pratico può raggiungere più utenti, tra cui coloro che non sono soliti fare donazioni.

L’utilizzo delle piattaforme di crowfunding era comunque un fenomeno già presente in Italia, ma che l’emergenza Covid ha contribuito a far prosperare. Si tratta quindi di una soluzione destinata a diventare “un canale non alternativo, […] ma complementare”[1] alla raccolta fondi conosciuta fino ad ora.  

Ecco perché le associazioni saranno chiamate a riflettere sulla loro capacità di sfruttare le nuove tecnologie come un alleato nella promozione dei valori in cui credono.

Per approfindire leggi anche Crowdfunding e Covid-19: il boom delle piattaforme (19/01/2021) - Vita.it

Elaborazione testo a cura di Maria Ziggioni - CSV Verona


[1] A. Maccaferri “Donazioni, il digitale raggiunge il contante per la prima volta”; Il sole 24 ore, 17 maggio 2021